Una breve fiaba animata per spiegare in modo rassicurante ai bambini in età prescolare la quarantena.
E’ un video particolarmente utile perchè contiene le parole chiave di questo momento, parole che i bambini sentono ridondanti nelle nostre case senza poter dare loro un senso.

 

#

7 Responses

  1. Dott. ssa Marangio sono un maestro di una scuola dell’infanzia statale della provincia di Lecco. Per caso ho visto il suo video, su come spiegare la quarantena ai bambini e l’ho trovato semplicemente PERFETTO. Non solo per le slides, i disegni e l’animazione, ma soprattutto per il messaggio semplice ed efficace.
    Volevo chiederle posso condividerlo con le colleghe ed eventualmente con i miei bambini? Grazie

    • Salve Daniele,
      la ringrazio davvero tanto per il suo feedback.
      Sarei fiera di contribuire al lavoro suo e a quello delle sue colleghe condividendo il video e utilizzandolo con i bambini. Le chiedo solo di citare la fonte.
      Mi aggiorni su come reagiscono i bimbi, mi farebbe molto piacere saperlo!
      può anche contattarmi via email : paolamarangio@gmail.com

  2. Buonasera dottoressa, sono Rosa Fanizzi e lavoro come logopedista.
    Ho ascoltato la storia da lei pubblicata su “virus corona” e l’ho trovata fantastica. In vista di una riapertura del mio studio, ne vorrei proporre l’ascolto ai miei bambini per prepararli al rispetto delle norme di contenimento che tutti conosciamo. Posso farlo citandone la fonte?
    Ringraziandola resto in attesa di un suo riscontro.

  3. Buongiorno dottoressa,
    Sono mamma di un bimbo di 4 anni e mezzo e uno di 18 mesi.
    Grazie per il video.
    Nel video Lei dice che tutto tornerà come prima….ne siamo sicuri? Non so se la nostra quotidianità e quella dei bambini sarà uguale a prima. Certo i bambini di 2 anni hanno bisogno di attendere un futuro positivo, ma crescendo? Il mio bimbo di 4 e mezzo? Sa bene quale era la sua quotidianità e si sentirebbe imbrogliato se il ritorno non sarebbe come prima…. già adesso può uscire 200 mt ma deve mettere la mascherina, non è come prima.
    Le chiedo anche come posso aiutarlo a esprimere il suo vissuto di nostalgia e tristezza nel non potere stare insieme agli amici, ai nonni, ai cugini; tende infatti a non esprimere questi vissuti ma a esplodere di rabbia o agitazione dopo una videochiamata.
    E il fratello di 18 mesi, come aiutarlo a capire questo momento? Anche lui nel suo piccolo quando vede il mio telefono lo vorrebbe prendere e canta la canzone arrivata in video dalle maestre del nido. Grazie per il suo articolo “asilo quello che le maestre non dicono”
    Grazie e buon lavoro

    • Salve Lucia,
      il video è stato creato il 17 marzo,
      era il momento in cui noi adulti avevamo capito che le scuole non avrebbero riaperto i loro cancelli; era il momento di spiegarlo ai bambini.
      Era il momento in cui i bambini iniziavano a percepire quella “assenza di vita normale” non più come un “siamo in vacanza” ma come una anomalia inquietante; era il momento di rassicurarli.
      Era anche il momento di farci coraggio, e rassicurarci anche tra adulti.
      “NE SIAMO SICURI?” mi chiede retoricamente lei dopo un mese. No Lucia, non se siamo sicuri affatto, anzi. Come ben descrive lei, siamo e saremo tutti molto diversi.
      Come si aiuta un figlio ad esprimere il proprio vissuto?
      A prescindere dall’età, ma sopratutto con i bambini piccoli, ciò che aiuta un figlio ad elaborare (e quindi ad esprimere) il proprio vissuto è sentirsi legittimato in quel che prova.
      Se ho 4 anni e mi sembra che tutto faccia schifo (perchè non posso andare a scuola, perchè devo mettere la mascherina e mi prude sul viso, perchè se faccio i versi dei supereroi non si sentono bene con la bocca coperta e per mille altri motivi) non mi aiuta avere dei genitori che mi riempiono casa di arcobaleni e si travestono da clown cercando di non farmi preoccupare. Se io vedo tutto nero e i miei genitori mi dicono che è tutto colorato e brillante mi convincerò che quello che provo è sbagliato.
      Forse il video che spiega che “il virus morirà di solitudine e tutto tornerà più bello di prima” può andare ancora bene per il piccolino di 18mesi. Ma il grande è arrabbiato.
      Se voi genitori credete che le sue reazioni siano eccessive o siete in difficoltà nel contenerlo potete valutare di chiedere un consulto per un supporto alla genitorialità, fidatevi del vostro sentire in merito.
      Un bambino come suo figlio è probabilmente arrabbiato perchè qualcuno lo ha derubato delle sue abitudini (scuola, parco giochi, merenda, passeggiata coi nonni), dei suoi spazi esclusivi (ad esempio quelli in cui era senza il fratellino!), delle sue relazioni importanti (maestre, amici, cugini…). Ha subito una tremenda ingiustizia e nemmeno voi adulti avete saputo/potuto proteggerlo.
      C’è poco da disegnare arcobaleni con addosso quel senso di rabbia impotente che prova lui, è proprio vero.
      Quello che può fare un genitore in questo caso è smettere di tentare di far vedere il bicchiere mezzo pieno ma sedersi accanto a lui e dargli ragione: il bicchiere è mezzo vuoto. Non è una cosa facile da fare perchè quando noi adulti ci sediamo a guardare il bicchiere mezzo vuoto rischiamo di sprofondare e questo rischio porta spesso un genitore a consolare il proprio figlio in misura sproporzionata rispetto a quel che servirebbe.
      “Si figlio mio, è proprio vero. Il tuo bellissimo bicchiere è mezzo vuoto, come ti capisco anche il mio lo è e questo mi rattrista e mi fa arrabbiare. Però sai una cosa? Ce la metteremo tutta e lo riempiremo di nuovo. Non sarà facile ma vedrai che ce la faremo!
      ….e se i versi dei supereroi non si sentono bene con la bocca coperta dalla mascherina, noi ci attaccheremo sopra gli adesivi che li raffigurano…”

      Fantasia e Coraggio, Lucia!

  4. Buongiorno Dottoressa, sono la mamma di una bambina di 4 anni che da qualche settimana inizia a manifestare disagio per la situazione di quarantena (iniziata per lei prima di quella ufficiale, a causa di qualche malanno stagionale… della stagione precedente ormai!) in modo molto vistoso. Alterna momenti di comprensione, calma, serenità e voglia di fare lavoretti scolastici a fasi in cui prevale la rabbia, la voglia di fare dispetti urlando, battendo i piedi a terra,… quasi come se “richiedesse” punizioni e minacce da parte di noi genitori. Cercando il confronto, ho capito che la mancanza delle maestre dell’asilo e degli amichetti è il problema: in un momento di crisi mi ha fatto anche capire che a volte pensa che siamo noi a volerla tenere a casa, in punizione, per nostra volontà e non per effetto dei provvedimenti voluti contro il coronavirus. Fin da subito abbiamo provato a spiegarle le cose in modo chiaro e reale, ora che ho trovato il suo video glielo mostrerò per provare a ritrovare il un po’ di serenità in attesa degli sviluppi. Grazie, buon lavoro

Lascia un commento

Wordpress Social Share Plugin powered by Ultimatelysocial