– di Lena Vuono –

Nell’etimologia del verbo leggere è custodita la traccia del suo significato più antico.

Il termine deriva da lĕgo, raccogliere, a cui nelle lingue romanze furono successivamente estesi significati metaforici quali “attraversare” o “aprirsi la strada”; Lĕgo a sua volta, contiene la radice leg- da cui provengono termini quali parola, discorso, causa e tanti altri ancora.

Leggere è quindi l’atto di raccogliere, o meglio cogliere, i segni costituiti dalle parole e il lettore colui che si muove, viaggiando nello spazio simbolico che contiene il testo. Tutto ciò che accade durante il percorso è un’esperienza unica il cui effetto non si esaurisce nei margini delle pagine o, nel mondo virtuale, degli schermi, né riguarda esclusivamente la capacità di spostarsi con gli occhi da un rigo all’altro ma è un processo complesso che coinvolge gli stessi sistemi su cui si poggia l’essenza della vita.

Se ci soffermiamo per un attimo a pensare alla realtà in cui viviamo, che a volte ci obbliga ad una vita frenetica e veloce, sarà facile rendersi conto come sempre più spesso nei reparti ospedalieri, nelle sale di attesa di molti esercizi e perfino nei parchi o nelle stazioni delle città più evolute, siano state costituite cabine speciali o postazioni dove prendere lasciare o scambiare libri.

Durante la recente quarantena Covid sui social sono nate molte campagne, concorsi, gruppi di lettori e altre iniziative che invitavano alla lettura o allo scambio di opinioni ad essa relativo.

In ambito educativo insegnanti e pedagogisti da sempre riconoscono l’importanza della lettura come via regia per l’apprendimento e sul versante terapeutico viene sottolineato, sempre più a gran voce, il valore curativo della lettura, pensiamo ai gruppi di biblioterapia o libroterapia dove il testo letterario viene usato come mezzo per promuovere il benessere psicologico.

Questi esempi, e tanti altri ancora se ne potrebbero fare, a sostegno di un’ unica tesi: leggere ha dei benefici che influenzano lo sviluppo e il modo di stare al mondo di una persona nel suo intero ciclo di vita.

Più dettagliatamente, leggere è fondamentale fin da BAMBINI perché già dai primi mesi di vita si rivela una fonte essenziale di conoscenza, apprendimento e comunicazione nonché una delle prime forme di condivisione.

La lettura aiuta, infatti, nell’acquisizione, produzione e comprensione della lingua e aumenta la capacità di concentrazione e attenzione.

E’ stato dimostrato, inoltre, che quando un adulto sceglie di accostarsi ai neonati proponendo la lettura di un libro loro rispondono seguendo il suono della voce o cambiando le espressioni facciali.

Inizialmente i libri preferiti sono quelli che raffigurano volti e quando l’adulto ne indica e nomina le varie parti, non solo i bambini ne acquisiscono conoscenza ma si crea fra loro un’ interazione che costituisce una vera e propria comunicazione che via via diventa sempre più piacevole e divertente e assume il significato di “fare insieme” ma anche di “stare insieme” creando così le basi per un rapporto unico di sostegno e vicinanza.

Fino ai diciotto mesi la preferenza va ai libri che descrivono ciò che fa parte della loro esperienza: gesti, ambienti familiari, animali… Con cui i bambini si identificano, mentre per comprendere le storie più complesse sarà necessario il compimento dei tre anni.

Nel frattempo non meravigliamoci se vedremo bambini trascinare libri per casa o impegnarsi nell’azione di leggere al bambolotto: lo fanno perché hanno acquisito il piacere della lettura e sanno trasmetterlo!

Con l’avanzare della crescita, diventeranno sempre più bravi a creare collegamenti fra le esperienze del loro quotidiano e quelle dei libri imparando a immedesimarsi nei personaggi, mettere in ordine le sequenze degli eventi nonché dei propri vissuti.

Le storie lette diventeranno allora esempi di come affrontare particolari situazioni in cui si troveranno coinvolti personalmente e, quando diventeranno ancora più grandi, gli permetteranno di immaginare anche mondi nuovi, di confrontarsi con esperienze diverse da quelle cui sono abituati emozionandosi, imparando a sviluppare la fantasia e anche a sorprendersi perdendosi fra le immagini o fra le pagine che nel frattempo avranno imparato a leggere da soli.

Con l’approssimarsi dell’ADOLESCENZA la lettura assume una funzione ancora più importante.

Non solo si rivela, infatti, un ottimo aiuto per aumentare il proprio rendimento scolastico e ampliare il modo di esprimersi arricchendolo di vocaboli nuovi e espressioni più complesse, ma è da considerarsi strumento privilegiato anche per altre ragioni altrettanto importanti.

Sappiamo bene, infatti, che l’adolescenza è per sua caratteristica l’età in cui tutto è il contrario di tutto nonché il periodo dei cambiamenti: dal corpo, ai comportamenti, ai pensieri.

A volte questi cambiamenti possono spaventare o essere per l’adolescente motivo di disorientamento e il rischio è quello di portare all’isolamento e all’allontanamento da tutto ciò che è percepito come diverso da sé. Ecco quindi l’importanza della lettura quale strumento per ritrovare quel mondo familiare fino a ieri conosciuto ma che oggi appare così estraneo.

L’adolescente ha, inoltre, bisogno di esperienze che sappiano travolgerlo e leggere rappresenta la possibilità di vivere avventure meravigliose che lo strappino dalla noia quotidiana e gli diano il piacere dell’eccitazione.

Similmente l’adolescente ha anche bisogno di serenità perché i cambiamenti che lo riguardano, a volte repentini, lo scombussolano e il desiderio di autonomia non gli permette di rivolgersi a istituzioni, quali la scuola o la famiglia, fatte da adulti.

Quindi leggere diventa un’ alternativa per rifugiarsi in un modo “altro” privato, in cui trovare rifugio e tranquillità senza doversi confrontare con familiari o altri significativi.

Senza contare poi il valore della scoperta, la possibilità di viaggiare, di imparare senza chiedere agli adulti, spesso così “ingombranti”, o di immedesimarsi con chi percepisce come simili.

La lettura in adolescenza significa anche avere la possibilità, grazie alla storia che si sta leggendo, di trovare il nome alle proprie emozioni, a volte così intense a volte fugaci, identificandole con una parola precisa.

Più che mai in adolescenza quindi, la lettura è una metafora per allenarsi alla vita e a tutto ciò che la contiene.

E negli ADULTI, quali sono i benefici della lettura?

Oltre a migliorare tutte le capacità acquisite nelle fasi precedenti e di cui abbiamo già parlato quindi: potenziare le competenze linguistiche e comunicative, incidere sull’accrescimento delle abilità sociali e relazionali, influenzare l’aspetto cognitivo in riferimento alla capacità di ragionamento, riflessione e capacità critica, e su quello emotivo riguardo al riconoscimento delle emozioni proprie e altrui e a saperle comprendere e modulare, gli studi hanno dimostrato che leggere ha dei benefici su aspetti specifici della salute.

Nello specifico, il neuropsicologo David Lewis ha recentemente messo in evidenza che la lettura può ridurre il livello di stress di un individuo fino al 68%, quindi, più della musica (la cui riduzione è del 61%), di una tazza di caffè o the (54%) o di una passeggiata (21%).

Questo perché leggere riduce la tensione muscolare e cardiaca e, a prescindere dal tipo di lettura, consente di allontanarsi dalle preoccupazioni del momento permettendo di evadere dalla monotonia quotidiana. Questo, afferma lo scienziato, non è da considerarsi una semplice distrazione ma è un azione molto più complessa che riguarda l’immaginazione in quanto le parole stimolano la creatività e permettono di entrare in uno stato di coscienza parallelo.

Altra evidenza legata agli effetti antistress della lettura che gli studi hanno portato in evidenza è che essa riduce il livello di cortisolo, ormone dello stress, con benefici sulla quantità e sulla qualità del sonno.

Leggere, inoltre, aumenta le capacità mnemoniche, perché come dimostra lo studio condotto da alcuni ricercatori dell’Università di Yale, migliora le prestazioni del cervello consentendogli di soffermarsi sulle parole assimilandole meglio e questo esercizio, se condotto regolarmente, costituisce per la memoria un allenamento di vasta portata che renderà possibile creare nuovi collegamenti sinaptici ma anche di richiamare quelli vecchi in ogni momento e sempre con più facilità e disinvoltura.

In ultimo, relativamente ai disturbi cronici ci sono evidenze scientifiche che dimostrano come la lettura ricreativa riduca i sintomi di depressione e di ammalarsi di demenza senile o, nelle persone già affette da questa malattia, aumenti i sentimenti di gioia e autenticità migliorando il senso di identità personale.

Pur non essendo di certo esaustivi, questi punti ci aiutano meglio a capire come la lettura non dovrebbe essere considerata un opzione mai ma un piacere irrinunciabile da coltivare e ricercare per “aprirsi meglio la strada” nel lungo viaggio della vita.

Dott.ssa Lena Vuono

 

Bibliografia e sitografia

Bavishi A. Slade M.D., Levy B. R. A chapter a day: Association of book reading with longevity.  In “Social Science& Medicine”,  n 164, Settembre 2016 pagg. 44-48

Bolter J.D. Lo spazio dello scrivere. Computer, ipertesto e la ri-mediazione della stampa. Vita e pensiero, 2002

Cataldo C. C’è più gusto. Far crescere e stimolare il piacere della lettura. Armando editore 2009

Lewis, D. “Galaxy Stress Research”. Mindlab International, Sussex University, 2009

The reading agency. Literature Review: the impact of reading for pleasure and empowerment. Bop Consulting, 2015

 

https://www.telegraph.co.uk/news/health/news/5070874/Reading-can-help-reduce-stress.html

http://www.natiperleggere.it/dieci-buoni-motivi.html

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